- Valutazione iniziale e definizione degli obiettivi
All’ inizio del percorso valutiamo insieme la storia, i bisogni, le aspettative della persona. Insieme vengono individuate le situazioni in cui si manifesta l’ansia, le emozioni, i pensieri, i comportamenti associati al disagio. E anche quali sono le cause che hanno dato
origine al problema.
Questa fase è fondamentale per costruire una mappa chiara delle difficoltà e per individuare insieme obiettivi concreti e realistici da
raggiungere.
- Intervento mirato sul presente
In questa fase, iniziamo un lavoro pratico e mirato sugli aspetti che
generano più sofferenza nel presente.
Utilizzando mindfulness e tecniche cognitivo comportamentali,
lavoriamo per la regolazione e gestione dell’ansia e dell’attivazione fisica, sulla ristrutturazione dei pensieri disfunzionali (es. “Gli altri mi
giudicheranno negativamente, non devo sbagliare”), cioè trasformiamo questi pensieri in valutazioni più equilibrate e funzionali.
E lavoriamo anche sul potenziamento delle abilità sociali.
Ogni scelta, ogni tecnica viene pensata per accompagnare la persona in modo rispettoso e mirato, ed è quella con cui si sente in sintonia e
in quel momento le serve davvero.
- Intervento sulle cause del disagio
Spesso, dietro le paure nelle relazioni sociali, ci sono esperienze
passate che hanno lasciato ferite invisibili.
Esperienze che, anche se lontane e apparentemente lievi, continuano
a influenzare, spesso in modo inconsapevole, il modo in cui ci si
percepisce oggi perché rimangono “bloccate” nella mente con le loro
emozioni, immagini e sensazioni fisiche.
L’EMDR aiuta a integrare quelle esperienze in modo diverso e a
liberarsi del peso emotivo.
E aiuta a modificare le credenze negative su di sé (es. “Non valgo”,
“Sono debole”, “Sono in pericolo”) e a trasformarle in convinzioni
positive ( “Io valgo”, “Sono forte”, “Sono al sicuro”).
Non tutte le persone hanno bisogno dell’EMDR, ma per altre è uno
strumento fondamentale.
Consolidamento dei risultati
In questa fase accompagnamo la persona ad affrontare tutte le situazioni sociali che creavano ansia e ad affrontare nuove situazioni in modo autonomo.
Rafforziamo in modo profondo e duraturo i cambiamenti già avvenuti nel percorso terapeutico affinché diventino il nuovo modo di essere e relazionarsi.
La portiamo a guardarsi con occhi nuovi, a sentirsi sicura, a occupare il suo spazio nel mondo senza paura.
A sentire di avere dentro di se gli strumenti, la forza e la libertà di essere davvero se stessa.
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È il primo passo per comprendere meglio te stessa/o, affrontare le difficoltà e costruire un cammino di cambiamento e serenità.
Email: [email protected]
Whatsapp: 3496490586
Indirizzo: Via San Fermo, 17 Padova
È una mattina come tante, il sole illumina la città e tutto sembra procedere come al solito. La strada per l’università è sempre la stessa, i bar affollati, i semafori che si alternano, la gente che va al lavoro. Eppure, senti qualcosa di diverso: un’agitazione che sale dal petto alla gola.
Il cuore batte più veloce, il respiro si fa corto. Salendo le scale verso l’aula dove hai seguito mesi di lezioni, le mani iniziano a sudare e le gambe sembrano pesanti.
Il professore entra con un’espressione indecifrabile, distribuisce i fogli dell’esame e il tempo sembra scorrere al contrario: sessanta minuti per rispondere a tutte le domande.
Chi non ha mai provato questa sensazione di tensione prima o durante una prova importante? Questa reazione rientra nella cosiddetta ansia di stato, una risposta temporanea a situazioni stressanti come esami, colloqui o performance pubbliche.
Sintomi fisici: tensione muscolare, sudorazione, battito accelerato, nausea.
Sintomi psicologici: difficoltà di concentrazione, pensieri negativi, paura di fallire.
A differenza dell’ansia di tratto (un tratto stabile della personalità), l’ansia da esame è passeggera e svanisce una volta terminata la prova.
Paura di deludere: le aspettative (proprie o altrui) generano pressione.
Timore di fallire: un brutto voto può sembrare una minaccia al futuro accademico o lavorativo.
Scarsa fiducia nelle proprie capacità: dubitare di sé, nonostante la preparazione.
Pressione del tempo: la sensazione di non riuscire a completare tutto nei minuti a disposizione.
Preparazione insufficiente: studiare poco o male aumenta inevitabilmente lo stress.
Ambiente stressante: aule rumorose o esami particolarmente competitivi possono peggiorare l’ansia.
✔ Accettarla: riconoscere che un po’ di ansia è normale e può migliorare la concentrazione.
✔ Tecniche di rilassamento: respirazione profonda, mindfulness o training autogeno.
✔ Dormire bene: il riposo adeguato riduce lo stress.
✔ Supporto sociale: parlare con amici, familiari o colleghi può alleggerire la tensione.
✔ Preparazione efficace: organizzare lo studio in anticipo riduce l’incertezza.
✔ Psicoterapia: se l’ansia diventa paralizzante, un percorso con uno specialista può aiutare.
Alcuni studenti, per paura del fallimento, adottano strategie controproducenti:
Procrastinare ("Tanto non avevo tempo per studiare").
Scuse cognitive ("Oggi non ero in forma").
Identificarsi con gruppi che sminuiscono l’importanza dell’esame.
Queste strategie offrono un alibi temporaneo, ma a lungo termine limitano la crescita personale.
Secondo la Legge di Yerkes-Dodson, una giusta dose di ansia migliora la performance:
Troppa ansia → blocco mentale.
Troppa calma → scarsa motivazione.
Livello moderato → massima efficienza.
L’ansia da esame non è sempre un nemico: se gestita bene, può diventare una risorsa. Se invece diventa eccessiva, è importante intervenire con strategie mirate o chiedere aiuto a un professionista.
Hai mai trasformato l’ansia in energia positiva durante un esame? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!
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