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È una mattina come tante, il sole illumina la città e tutto sembra procedere come al solito. La strada per l’università è sempre la stessa, i bar affollati, i semafori che si alternano, la gente che va al lavoro. Eppure, senti qualcosa di diverso: un’agitazione che sale dal petto alla gola.
Il cuore batte più veloce, il respiro si fa corto. Salendo le scale verso l’aula dove hai seguito mesi di lezioni, le mani iniziano a sudare e le gambe sembrano pesanti.
Il professore entra con un’espressione indecifrabile, distribuisce i fogli dell’esame e il tempo sembra scorrere al contrario: sessanta minuti per rispondere a tutte le domande.
Chi non ha mai provato questa sensazione di tensione prima o durante una prova importante? Questa reazione rientra nella cosiddetta ansia di stato, una risposta temporanea a situazioni stressanti come esami, colloqui o performance pubbliche.
Sintomi fisici: tensione muscolare, sudorazione, battito accelerato, nausea.
Sintomi psicologici: difficoltà di concentrazione, pensieri negativi, paura di fallire.
A differenza dell’ansia di tratto (un tratto stabile della personalità), l’ansia da esame è passeggera e svanisce una volta terminata la prova.
Paura di deludere: le aspettative (proprie o altrui) generano pressione.
Timore di fallire: un brutto voto può sembrare una minaccia al futuro accademico o lavorativo.
Scarsa fiducia nelle proprie capacità: dubitare di sé, nonostante la preparazione.
Pressione del tempo: la sensazione di non riuscire a completare tutto nei minuti a disposizione.
Preparazione insufficiente: studiare poco o male aumenta inevitabilmente lo stress.
Ambiente stressante: aule rumorose o esami particolarmente competitivi possono peggiorare l’ansia.
✔ Accettarla: riconoscere che un po’ di ansia è normale e può migliorare la concentrazione.
✔ Tecniche di rilassamento: respirazione profonda, mindfulness o training autogeno.
✔ Dormire bene: il riposo adeguato riduce lo stress.
✔ Supporto sociale: parlare con amici, familiari o colleghi può alleggerire la tensione.
✔ Preparazione efficace: organizzare lo studio in anticipo riduce l’incertezza.
✔ Psicoterapia: se l’ansia diventa paralizzante, un percorso con uno specialista può aiutare.
Alcuni studenti, per paura del fallimento, adottano strategie controproducenti:
Procrastinare ("Tanto non avevo tempo per studiare").
Scuse cognitive ("Oggi non ero in forma").
Identificarsi con gruppi che sminuiscono l’importanza dell’esame.
Queste strategie offrono un alibi temporaneo, ma a lungo termine limitano la crescita personale.
Secondo la Legge di Yerkes-Dodson, una giusta dose di ansia migliora la performance:
Troppa ansia → blocco mentale.
Troppa calma → scarsa motivazione.
Livello moderato → massima efficienza.
L’ansia da esame non è sempre un nemico: se gestita bene, può diventare una risorsa. Se invece diventa eccessiva, è importante intervenire con strategie mirate o chiedere aiuto a un professionista.
Hai mai trasformato l’ansia in energia positiva durante un esame? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!
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