Chi sono

Biografia

Tutto è iniziato con una confessione. A 14 anni, mentre studiavo con la mia più cara amica, lei scoppiò in lacrime dicendomi: “Sai, sto male, non ce la faccio più… mi sento morire.”

Con il cuore in gola, le promisi che le sarei stata accanto, non l’avrei lasciata sola.

In quel momento sentii il forte desiderio di imparare ad aiutare la mia amica e chi, come lei, si trova in difficoltà.

Decisi che avrei voluto dedicare la mia vita ad aiutare chi soffre.

Dopo il liceo, nel 1983 mi sono laureata in Psicologia presso l’Università di Padova e da allora ho sempre continuato a studiare.

Cito soltanto i corsi più rilevanti…

Nel 1988 mi sono specializzata in Psicoterapia cognitivo-comportamentale c/o l’ AIAMC ( Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva).

È seguita la formazione in Psicoterapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing - California USA) e la specializzazione europea di Practitioner/Terapeuta esperta.

Successivamente ho seguito numerosi corsi di formazione in Biofeedback, Mindfulness, Training Autogeno, Ipnosi Clinica.

Ho sempre sentito il desiderio di esplorare nuove conoscenze, intrecciare saperi diversi, approfondire, affinare gli strumenti del mio lavoro per poter aiutare davvero tutte le persone che si rivolgono a me.

È per questo che la formazione continua e la ricerca costante sono

fonti vive che alimentano la mia crescita umana e professionale.

Sono membro di società scientifiche nazionali e internazionali:

Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico (SISTSS)

European Society for Traumatic Stress Studies (ESTSS)

Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva (AIAMC)

Associazione EMDR Italia.

Nel 1988 ho aperto il mio Studio di Psicoterapia. Da allora, contemporaneamente, per avere una formazione più ampia, ho lavorato anche in altri ambiti:

Disagio e handicap (minori, adolescenti) Psicologia giuridica (come Consulente Tecnico per il Tribunale e di Parte)

Collaborazioni ospedaliere e universitarie (Azienda Ospedaliera di Padova, Ricercatrice per l’Università di Padova e Verona).

Mi occupo di Formazione rivolta a psicologi, psicoterapeuti, medici con Corsi di formazione, supervisioni singole e di gruppo.

Inoltre sono accreditata dall’Università di Padova come Tutor per i tirocini curriculari dei corsi di laurea in Psicologia e per i tirocini pratici valutativi necessari per acquisire l’abilitazione all’esercizio della professione di psicologo e l’iscrizione all’Albo professionale.

Il mio stile terapeutico

C’è un piccolo segreto che porto con me: è con il cuore che ascolto.

E’ così che creo uno spazio sicuro in cui la vita può emergere con i

suoi colori, è così che la sofferenza si può trasformare in forza…

In ogni percorso, cerco di coniugare il rigore clinico con una presenza

attenta, rispettosa, capace di accogliere senza giudicare.

Ogni incontro è un’occasione di crescita reciproca, un cammino che

mi arricchisce sul piano umano e alimenta la mia crescita

professionale.

Oltre la terapia: chi sono

Sono una persona solare ed ottimista. Moglie e mamma.

Appassionata di arte, viaggi e relazioni autentiche.

In cosa credo

- Credo che ognuno possa trasformare le proprie fragilità in punti di forza.

Credo che ogni persona meriti di stare bene e per questa ragione io e

i miei colleghi del Centro lavoriamo ogni giorno per rendere possibile

questa trasformazione.

Credo fermamente che i risultati si ottengano solo se si crea tra il

terapeuta e il paziente una relazione terapeutica speciale,

caratterizzata da empatia, fiducia, rispetto, comprensione profonda e

se vengono utilizzate diversi strumenti terapeutici, quelli più adatti

per la persona e per il momento che vive.

IL METODO MEC

Il metodo MEC nasce dalla mia trentennale esperienza clinica, dall’incontro tra competenze specialistiche avanzate e innovative e un ascolto profondo delle reali difficoltà di chi si sente a disagio nel relazionarsi con gli altri.

Si fonda sulla convinzione che per superare davvero l’ansia sociale

non basta “imparare a gestirla”: è necessario comprendere da dove

nasce e lavorare sulle cause, oltre che sulle difficoltà che la persona

vive nel presente.

Per questa ragione, non basta utilizzare un solo approccio

terapeutico, ma è necessario utilizzarne diversi, i più adatti a

ciascuna persona.

Il Metodo MEC integra EMDR, Terapia Cognitivo Comportamentale e

Mindfulness.

Tre strumenti potenti, scientificamente validati che, se combinati

con cura. permettono di lavorare sia sulle radici profonde dell’ansia

che sulle difficoltà che la persona vive nel presente.

Ogni percorso è unico, costruito insieme, passo dopo passo, in base

alla storia, ai bisogni e ai tempi di ciascuna persona.

Perché se l’ansia sociale può assumere forme simili, il modo in cui la

persona la vive è solo suo.

Per questa ragione, le tre componenti fondamentali del Metodo non

vengono applicate in modo standard, ma scelte, dosate e

combinate con grande attenzione.

Centro Nastasi

Aiutiamo le persone con ansia nelle relazioni a ritrovare sicurezza relazionale attraverso il metodo MEC, un approccio integrato testato in 30 anni di esperienza su migliaia di pazienti, senza dover affrontare percorsi lunghi e complessi, anche dopo anni di tentativi senza risultati.

Indirizzi e contatti

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ragazza in sala d'attesa preoccupata per gli esami

L’Ansia Prima degli Esami: Nemica o Alleata?

September 01, 20252 min read

È una mattina come tante, il sole illumina la città e tutto sembra procedere come al solito. La strada per l’università è sempre la stessa, i bar affollati, i semafori che si alternano, la gente che va al lavoro. Eppure, senti qualcosa di diverso: un’agitazione che sale dal petto alla gola.

Il cuore batte più veloce, il respiro si fa corto. Salendo le scale verso l’aula dove hai seguito mesi di lezioni, le mani iniziano a sudare e le gambe sembrano pesanti.

Il professore entra con un’espressione indecifrabile, distribuisce i fogli dell’esame e il tempo sembra scorrere al contrario: sessanta minuti per rispondere a tutte le domande.

Chi non ha mai provato questa sensazione di tensione prima o durante una prova importante? Questa reazione rientra nella cosiddetta ansia di stato, una risposta temporanea a situazioni stressanti come esami, colloqui o performance pubbliche.

Come si manifesta l’ansia da esame?

Sintomi fisici: tensione muscolare, sudorazione, battito accelerato, nausea.

Sintomi psicologici: difficoltà di concentrazione, pensieri negativi, paura di fallire.

A differenza dell’ansia di tratto (un tratto stabile della personalità), l’ansia da esame è passeggera e svanisce una volta terminata la prova.

Perché compare l’ansia da esame?

  • Paura di deludere: le aspettative (proprie o altrui) generano pressione.

  • Timore di fallire: un brutto voto può sembrare una minaccia al futuro accademico o lavorativo.

  • Scarsa fiducia nelle proprie capacità: dubitare di sé, nonostante la preparazione.

  • Pressione del tempo: la sensazione di non riuscire a completare tutto nei minuti a disposizione.

  • Preparazione insufficiente: studiare poco o male aumenta inevitabilmente lo stress.

  • Ambiente stressante: aule rumorose o esami particolarmente competitivi possono peggiorare l’ansia.

Come gestirla?

✔ Accettarla: riconoscere che un po’ di ansia è normale e può migliorare la concentrazione.

✔ Tecniche di rilassamento: respirazione profonda, mindfulness o training autogeno.

✔ Dormire bene: il riposo adeguato riduce lo stress.

✔ Supporto sociale: parlare con amici, familiari o colleghi può alleggerire la tensione.

✔ Preparazione efficace: organizzare lo studio in anticipo riduce l’incertezza.

✔ Psicoterapia: se l’ansia diventa paralizzante, un percorso con uno specialista può aiutare.

Le trappole dell’autosabotaggio

Alcuni studenti, per paura del fallimento, adottano strategie controproducenti:

Procrastinare ("Tanto non avevo tempo per studiare").

Scuse cognitive ("Oggi non ero in forma").

Identificarsi con gruppi che sminuiscono l’importanza dell’esame.

Queste strategie offrono un alibi temporaneo, ma a lungo termine limitano la crescita personale.

asdf

L’ansia può essere utile?

Secondo la Legge di Yerkes-Dodson, una giusta dose di ansia migliora la performance:

Troppa ansia → blocco mentale.

Troppa calma → scarsa motivazione.

Livello moderato → massima efficienza.

Conclusione

L’ansia da esame non è sempre un nemico: se gestita bene, può diventare una risorsa. Se invece diventa eccessiva, è importante intervenire con strategie mirate o chiedere aiuto a un professionista.

Hai mai trasformato l’ansia in energia positiva durante un esame? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!

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Giovanna Maria Nastasi

Aiuto le persone con ansia nelle relazioni a ritrovare sicurezza relazionale attraverso il metodo MEC, un approccio integrato testato in 30 anni di esperienza su migliaia di pazienti, senza dover affrontare percorsi lunghi e complessi, anche dopo anni di tentativi senza risultati.

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